La settimana scorsa, da qualche parte, una nave è rimasta incagliata.
E questa nave, la “Ever Given”, è un esempio emblematico di quanto sia fragile il nostro sistema.
Dall’inizio della pandemia, l’anno scorso, analisti e investitori temono l’inflazione poiché i governi di tutto il mondo hanno iniziato a stampare moneta come se non ci fosse un domani.
Letteralmente centinaia di miliardi di dollari creati dal nulla in meno di un anno.
Ma, stranamente, la goccia che fa traboccare il vaso dell’inflazione potrebbe arrivare da una nave nel canale di Suez.
In pochi giorni, le sventure della Ever Given hanno già avuto un impatto sui prezzi del petrolio, mandato i prezzi del trasporto alle stelle e iniziato ad avere conseguenze sulla già tesa catena di distribuzione globale.
Aggiungiamoci le turbolenze nelle operazioni portuali dovute alla crisi da Covid-19 e i lockdown mondiali che spingono i consumatori con nuove fonti di reddito (leggi misure di rilancio) a spendere più soldi su prodotti importati, e i costi delle merci importate potrebbero presto salire.
Ecco perché alcuni analisti cominciano a pensare che se questo blocco del canale dovesse durare ancora a lungo potrebbe causare “turbolenze significative nel commercio globale, un’impennata delle tariffe del trasporto marittimo, un ulteriore aumento dei prezzi dei prodotti energetici e un incremento dell’inflazione globale”, come avverte JPMorgan.
Quindi: stampa della moneta senza precedenti + aumento della domanda + aumento dei costi = inflazione?
Probabilmente tutto dipenderà da quanto andrà avanti questa crisi marittima.
Ma noi ci chiediamo: se una nave da sola può far salire l’inflazione globale, il nostro sistema è davvero stabile?